ECONOMIA – Un’ondata di ottimismo e investimenti ha travolto l’India, portando i 100 magnati più ricchi del paese a superare per la prima volta la soglia di un trilione di dollari di ricchezza collettiva. Un risultato straordinario, alimentato dalla fiducia degli investitori nella stabilità politica e nella crescita economica del paese, dopo la riconferma del Primo Ministro Narendra Modi per un terzo mandato. L’entusiasmo post-elettorale ha avuto un impatto significativo sul mercato azionario indiano. L’indice di riferimento BSE Sensex è salito di un impressionante 30% nell’ultimo anno, gonfiando i patrimoni dei magnati. Questo boom azionario riflette la fiducia degli investitori nelle politiche economiche del governo e nelle prospettive di crescita a lungo termine dell’India.
Chi sono i paperoni indiani?
In cima alla lista dei più ricchi troviamo figure di spicco come: Mukesh Ambani il magnate a capo di Reliance Industries, un colosso che spazia dal petrolio alle telecomunicazioni, continua a dominare la scena. Gautam Adani con il suo impero diversificato, che spazia dalle infrastrutture all’energia, Adani è un altro protagonista indiscusso. Savitri Jindal a capo del gruppo Jindal, attivo nel settore dell’acciaio e dell’energia, è una delle donne più ricche del mondo. L’ascesa dei magnati indiani è un segnale della forza dell’economia del paese. L’India sta emergendo come una potenza economica globale, attirando investimenti e creando opportunità di business. Tuttavia, questa crescita solleva anche interrogativi sulla distribuzione della ricchezza e sulle disuguaglianze sociali.














