IL DIGITALE DI NEVILLE BRODY
GRAFICA – Neville Brody ĆØ un designer, direttore artistico e disegnatore di caratteri tipografici britannico. Ć noto per avere redatto e diretto la rivista inglese di moda The Face, per essere l’autore di copertine di album di diversi gruppi musicali e artisti, come Cabaret Voltaire, Depeche Mode, Level 42 e per aver curato il cambio di immagine di tre dei più importanti giornali inglesi, The Guardian, The Observer e The Times. Nel 1975 studia arte al Hornsey College of Art. L’anno seguente frequenta un corso di grafica al London College of Printing, dove studia il Dadaismo e la Pop art. Nel periodo di maggior fermento del punk 77, Brody si fa un nome come disegnatore sia di poster per concerti ed esibizioni musicali ed artistiche di Londra, sia di copertine di album. Nel 1980 fonda la rivista di musica e moda The Face, di cui cura l’orientamento artistico e l’immagine, fino ai caratteri tipografici impiegati.
LA CREATIVITĆ
La sua creativitĆ nel settore gli permette di lavorare come direttore artistico e grafico per diverse riviste a livello internazionale, come City Limits, Lei, Per Lui, Actuel, Arena, fino a curare il cambio di immagine dei giornali inglesi The Guardian e The Observer. Nel 1987 cofonda il Neville Brody Studio, insieme con il grafico svizzero Cornel Windlin, che si occupa di grafica a più livelli, dagli spot pubblicitari, alle locandine e trailer di film, al packaging. Tra i clienti, si annoverano Greenpeace e la Deutsche PTT, societĆ di poste tedesca. Nel 1988 la casa editrice Thames & Hudson pubblica un volume su Brody, e viene allestita una mostra itinerante dei suoi lavori in tutta Europa e in Giappone. Nel 1990 crea assieme a Jon Wozencroft il progetto Fuse, con l’intento di mettere a contatto diversi campi della grafica come mezzo di comunicazione, dalla creazione di nuovi stili estetici e di nuovi caratteri tipografici, grazie anche all’uso delle nuove tecnologie digitali. Tra i lavori più recenti, si annoverano clienti come Nike, Adidas, Montblanc e il New York Museum of Modern Art.














